“La meditazione non è una lezione, non vuole fare scuola ma vuole portare a galla ciò che Dio ha segnato nel nostro cuore”
Così ha esordito don Carmine Caione nel ritiro spirituale per Catechisti e Operatori pastorali presieduto dal Vescovo Michele presso la chiesa Maria SS. Ausiliatrice a Sulmona.
Il suggestivo titolo “Tessitori di fraternità” ci spinge a riscoprire il valore del legame fraterno, di tessere insieme una rete di relazioni autentiche e sociali. L’arte del tessere, tipico della condizione femminile, era un’arte nobile, citata in diverse opere come nel mito delle “Metamorfosi” di Ovidio Nasone o nella stessa Bibbia in cui Dio è descritto, oltre che come un vasaio, come un tessitore. (salmo 139) “Mi hai tessuto nel seno di mia madre”. Io sono un’opera d’arte unica e irripetibile di Dio.
La mia vita è un insieme di eventi (fili) che hanno un fine, ossia realizzare il progetto di Dio. Sin dalle prime battute l’incontro si è rivelato interessante, toccando il cuore di tutti i catechisti presenti che si sono sentiti coinvolti nell’intimo e spronati a riflettere su se stessi. La mia storia ha un senso, ha una trama che Dio ha progettato per me, come Maria ha tessuto nella sua vita la presenza di Dio nel mondo. Ma qual è la mia chiamata? Innanzitutto tessere la presenza del Signore nella mia vita. L’arte del tessitore è l’arte della pazienza, della ripetitività, arte che sta attenta ai nodi (i nodi del cuore che sono gli egoismi e le presunzioni), l’arte della creatività e della novità.
Noi siamo chiamati a mettere in moto tutte queste qualità della tessitura. Nella relazione è stata citata l’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” in cui al n. 87, Papa Francesco afferma l’importanza di un cammino di fraternità che porta ad uscire da se stessi: … In questo modo, le maggiori possibilità di comunicazione si tradurranno in maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti. Pertanto quando riconosco la presenza dell’altro nel mio cuore vuol dire che mi sto liberando da me. Che cosa significa ciò per i catechisti? Si sentono custodi l’uno dell’altro? Si sentono custodi dei bambini che gli vengono affidati? Queste sono le domande emerse dalla riflessione di don Carmine.
L’incontro spirituale si è concluso con un proposito: che l’imminente Pasqua sia l’occasione per “tornare a casa” e costruire la nostra fraternità. In realtà i catechisti, la sera stessa, sono tornati a casa ricolmi di amore fraterno a dimostrazione dell’efficacia e validità dell’incontro. Per questo, L’Ufficio Catechistico ringrazia tutti coloro che si sono prodigati per preparare l’evento, in primis il Vescovo Michele e don Carmine, per la Grazia che ci è stata offerta. Grazie!